martedì 1 gennaio 2008

Intervista all’on. Zipponi pubblicata dal Giornale di Brescia Domenica 31 dicembre

di Paolo Venturini
Anche a sinistra qualcosa si muove. «E potrebbe essere una sorpresa» in grado di sparigliare i giochi per la Loggia. Lo dice a chiare lettere l’on. Maurizio Zipponi, deputato ed esponente di spicco di Rifondazione Comunista. «Da almeno sei mesi - dice Zipponi - il laboratorio politico della sinistra composto da Prc, Pdci, Sinistra democratica e Verdi sta discutendo ed elaborando a Brescia un percorso autonomo in vista delle elezioni comunali. Percorso che si concretizzerà entro fine gennaio con la scelta del candidato». O della candidata. Perché Zipponi non lo dice espressamente, ma si capisce che potrebbe trattarsi di una donna. «Sarà un esponente fuori dall’agone politico in grado di rompere gli schemi e intercettare quella società civile che non trova attualmente rappresentanza nei partiti. Non vogliamo - spiega Zipponi - un candidato di bandiera, ma cerchiamo un candidato per vincere».Rispetto alle alleanze, Zipponi è chiaro. «Noi rispettiamo la nascita del Pd che consideriamo un nostro alleato naturale, tuttavia non vogliamo esserne subalterni». Il deputato bresciano chiama in causa il candidato del Pd a Palazzo Loggia: «Tocca ad Emilio Del Bono muovere i primi passi per avviare un dialogo. Dobbiamo capire se a Brescia l’Unione esiste e in tal caso chiediamo di concordare il programma. Con il nostro candidato parteciperemo alle eventuali primarie e in quel caso sosterremo con la massima lealtà e impegno il vincitore delle consultazioni tra il popolo della sinistra».Il programma unitario che dovrebbe scaturite secondo Zipponi dall’Unione deve partire dalla «consapevolezza di quanto di positivo ha realizzato la Giunta Corsini. Brescia è una città piena di cantieri perché è una città che opera per il futuro. Tuttavia, con l’altrettanta capacità e solerzia con la quale si è messo mano al portafoglio per realizzare opere che i bresciani apprezzeranno nei prossimi anni, va chiesto alla nuova Amministrazione una particolare attenzione ai quartieri popolari con proposte concrete sul terreno sociale e ambientale». La persona, con i suoi bisogni e i suoi problemi va, secondo il deputato di Prc, messa in primo piano. «Mi riferisco ai tanti lavoratori dipendenti che hanno crescenti difficoltà con mutui, affitti, trasporti e bollette energetiche. Per quanto di sua competenza, il Comune deve fare delle scelte che diano una mano ai lavoratori. Società importanti come a2a devono esprimere poi il legame con il territorio attuando investimenti pubblici sul risparmio energetico».Zipponi delinea anche un discrimine nella scelta delle alleanze che, a suo giudizio, divide come un solco il Centrosinistra dal Centrodestra: «Vogliamo allearci con chi ha un profondo senso dello Stato e della collettività e condivide i principi di sussidiarietà e solidarietà», invitando la sinistra a dialogare con le eventuali Civiche. Dal suo punto di vista, Zipponi è preoccupato che attualmente i due candidati più accreditati siamo espressione del mondo cattolico? «Brescia nella sua storia politico-amministrativa ha espresso personalità di spicco come Trebeschi, Martinazzoli e Corsini, ovvero il meglio della laicità dell’istituzione pur essendo di formazione cattolico-democratica».Zipponi non dimentica il suo passato alla guida della Fiom e non rinuncia ad una stoccatina alla sua ex controparte: «Brescia - dice - è piena di bravi imprenditori che contano poco a livello nazionale, rappresentati a livello locale da un’associazione che si arrocca per difendere opere inutili come la Brebemi che rischia di indebitare i soggetti coinvolti per i prossimi 10-15 anni quando, invece, sarebbe utile investire dei soldi per potenziare la stazione Fs di Brescia e ragionare su un potenziamento dei servizi per i pendolari».Ultima frecciata riservata al candidato del Centrodestra: «Paroli - dice Zipponi - si è presentato dicendo che aumenterà il numero degli assessori. Non un buon esordio in tempi di riduzione dei costi della politica. Ma forse è un segno di debolezza della sua coalizione».